AZIMUT ETS collabora con il CESP-Centro Studi per la Scuola Pubblica nel sostenere la rete delle scuole ristrette, un vero e proprio Osservatorio sulla realtà e sullo stato dell’esecuzione penale in Italia, per una piena applicazione dell’articolo 27 della Costituzione. Sosteniamo azioni di educazione alla lettura, alla recitazione, al teatro, al cinema, all’arte nelle carceri, in accordo al diritto di accesso e partecipazione dei detenuti alla vita culturale della comunità e per verificare l’efficacia dell’utilizzo dell’educazione al patrimonio culturale ai fini della desistenza dal crimine.
Biblioteche innovative in carcere” è un vero e proprio laboratorio che fonda la sua attività sull’uso della biblioteca quale ambiente di apprendimento inclusivo e trasformativo. Tale presupposto, valido in ogni contesto educativo, è tanto più denso di significato in ambito carcerario dove la media della popolazione detenuta proviene da contesti di preesistente povertà educativa. Le attività programmate sono finalizzate al reinserimento sociale, attivo e consapevole, delle persone ristrette, offrendo l’opportunità di acquisire conoscenze concretamente spendibili (come operatori di biblioteca delle biblioteche interne al carcere e, in prospettiva, presso biblioteche di varia tipologia) sostenendo e potenziando le competenze di lettura, scrittura e comunicazione anche con l’utilizzo delle tecnologie non presenti in carcere. Ciò è quanto accaduto a Rebibbia, dove sono stati messi al lavoro come “operatori bibliotecari” cinque detenuti formati nel corso del CESP e dell’Università Roma Tre. Ma il progetto è più ambizioso e prevede la messa in “rete” delle biblioteche presenti nei 190 istituti penitenziari italiani per diffondere il modello realizzato e permettere contemporaneamente di occupare i detenuti “dentro&fuori” e di formarli in maniera adeguata.